Guerra alla natura e all’umanità

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di Gianni Lannes
 
«Dallo spazio riusciremo a controllare il clima sulla terra, a provocare alluvioni e carestie, a invertire la circolazione negli oceani e far crescere il livello dei mari, a cambiare rotta alla corrente del Golfo e rendere gelidi i climi temperati».

 

Detto e fatto. Questa promessa nel 1958 del futuro presidente americano Lyndon Johnson è stata mantenuta.
 
Tanta capacità visionaria non finì inutilizzata, e gli Stati Uniti si ritrovarono durante la guerra del Vietnam a seminare le nuvole dell´ Indocina per allungare la stagione dei monsoni e trasformare in un pantano il sentiero di Ho Chi Minh. La vicenda è stata ricostruita tra gli altri da Kristine Harper dell´Università dello Utah in un articolo pubblicato su Endeavour: «L´operazione aveva il nome in codice Popeye. Durante gli esperimenti, accadde però che la vicina India si ritrovò in una condizione di siccità per due anni di seguito, perché le piogge monsoniche lì non si erano presentate».
 
“Abbiamo lanciato in Corea armi batteriologiche”. Inizia così la deposizione resa e firmata del colonnello Frank H. Schwable, capo di Stato Maggiore del 1° Stormo aereo del corpo nordamericano dei marines. In essa l’ufficiale ha rivelato il piano strategico e gli obiettivi del Pentagono durante lo svolgimento, a partire dal novembre 1951 della guerra batteriologica (proibita dalle Convenzioni internazionali).
 
Si pensava che difficilmente l´uomo avrebbe imparato a giocare con il tempo meteorologico ammaestrando le piogge, movimentando gli uragani, sciogliendo le nebbie, dirigendo la grandine, aprendo squarci di sole fra le nuvole o addirittura creando tempeste per sfruttarle per finalità belliche o commerciali. Ma da decenni, nell’indifferenza generale e nel negazionismo più collaudato, l’uomo in divisa ha modificato il clima metereologico per fare la guerra non convenzionale.
 
La ricetta iniziale è stata fabbricata negli Stati Uniti d’America fin dal 1946 e poi perfezionata nel segreto più ferreo, a cui sono tenuti anche i generali italiani in pensione – che hanno giurato fedeltà alla NATO – e si dilettano ad interpretare la parte delle pedine antisistema. Un passo indietro. Fu lo scienziato Bernard Vonnegut ad avere l´idea di spargere argento nelle nuvole per favorire l´aggregazione delle particelle d´acqua attorno a “semi” fatti di atomi di ioduro, provocando la caduta delle gocce per forza di gravità. Le tecniche di manipolazione del tempo sono state volutamente bollate – per salvare le apparenze – dalle linee guida dell´ Organizzazione meteorologica mondiale come “di efficacia assai dubbia”, ma che continuano e essere sperimentate in 40 paesi del mondo, Usa, Israele e Cina in testa. E che ne dite del tornado artificiale inventato dall’ingegnere canadese Louis Michaud? La potenza di un uragano contiene l´energia spesa in un anno dall´intero genere umano.
 
Scorie belliche – Un discorso fondamentale meritano gli aerei militari: una stima per difetto paragona l’inquinamento di ogni velivolo a 500 auto non catalizzate. Nel 2003, durante il conflitto Usa-Iraq, i ciclisti della Critical Mass torinese, con gli scienziati della Società metereologica italiana, hanno calcolato quanto contribuisce all’effetto serra una guerra aerea. Base per le stime è stata quella del Golfo, 1991. Si è partiti dalla considerazione che un aereo da caccia tipo F-15E Strike Eagle o F16 Falcon consuma circa 16.200 litri/ora; un bombardiere B52, 12,000 litri/ora; un elicottero da combattimento tipo AH64 Apache, 500 litri/ora. Su queste basi, si è calcolato che un mese di guerra soprattutto aerea porti l’emissione di 3,38 milioni di tonnellate di CO2: l’equivalente del cosiddetto “effetto serra” totale, provocato in un anno da una città di 310 mila abitanti. Ergo: il vero problema per la Natura è costituito dai militari.
 
Scie chimiche & negazionismo – Avvistate, fotografate e filmate da milioni di persone in gran parte del mondo. Eppure, ci sono in circolazione ancora alcuni negazionisti lobotomizzati a dovere. Addirittura in questa illuminata schiera troviamo la bibbia del nulla, il bignami manipolato in pilloline e pronto all’uso, ovvero Wikipedia. Della serie: la finzione prende il posto della notizia. La propaganda quello della verità.
 
Le scie chimiche a scopo bellico (chemtrails) rendono il cielo lattiginoso, irrorando l’atmosfera con sostanze pericolose (alluminio, bario, piombo) dalla metà degli anni ’90, anche in tempo di pace (apparente). Recentemente in Italia è stato accertato da molteplici esami di laboratorio che l’acqua piovana è inquinata soprattutto dal tossico bario. Consistenti quantità di bario sono state scovate nelle acque – delle dighe di Basilicata – destinate al consumo umano in Lucania e Puglia. Eppure le autorità, comprese quelle giudiziarie e la stesse regioni interessate dal grave fenomeno non hanno adottato alcun provvedimento di salvaguardia della popolazione, né tantomeno hanno avvisato l’opinione pubblica del pericolo. Infine, alcuni volontari – divisi rispettivamente in nord, centro sud ed isole – si sono sottoposti spontaneamente all’esame del capello.
 
Dal test del cosiddetto mineralogramma è stato accertato che queste persone covano nei loro organismi – con effetti deleteri – il micidiale bario. A che serve il bario? Semplice e disarmante: a rendere elettroconduttiva l’atmosfera per consentire alle onde Elf (a bassa frequenza) irradiate dai dispositivi H.A.A.R.P. contro la ionosfera di penetrare la crosta terrestre e scatenare terremoti. Date un’occhiata all’ipocentro dei sismi e vi renderete conto di una firma inconfondibilmente artificiale.

 

FONTE: https://sulatestagiannilannes.blogspot.it/

 

www.laviadiuscita.net

 
 

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