Una vera e propria stangata per le imprese italiane, con oltre un milardo di euro che invece entreranno nelle casse dei Comuni: è questo il primo, provvisorio bilancio dell’entrata in vigore della Tasi, la nuova imposta sui servizi indivisibili risultante dalla revisione di Tares ed Imu…
A fornire una prima stima è la Cgia di Mestre che ha calcolato i costi sia sulla base di un’aliquota media dell’uno per mille che su quella del 2,07 per mille (bisogna in effetti ricordare che, per effetto dell’accordo fra la presidenza del Consiglio e l’Anci, l’aliquota massima della sommatoria Imu – Tasi può arrivare all’11,4 per mille e dunque “tenendo conto che l’aliquota Imu media applicata a livello nazionale nel 2012 sugli immobili destinati ad uso produttivo è stata del 9,33 per mille, l’aliquota Tasi del 2,07 per mille costituisce la soglia massima applicabile agli immobili strumentali”). Ovviamente nel caso in cui fosse applicata su larga scala l’aliquota massima il prelievo potrebbe superare i due miliardi di euro.
Insomma, per dirla con le parole di Giuspette Bortolussi, segretario della Cgia, “in ogni caso il prelievo della Tasi su negozi, uffici e capannoni supererà il miliardo di euro”. Una situazione che le associazioni di categoria considerano inaccettabile, spalleggiate in questo anche dal Codacons, l’associazione dei consumatori che, stimando una ulteriore caduta dei consumi e ripercussioni sulle famiglie a reddito basso, ha inviato un appello ai Comuni, affinché “evitino l’ennesima stangata per le tasche delle famiglie e per le imprese, considerato che una maggiore tassazione equivarrà ad una ulteriore caduta dei consumi e ad un inasprimento delle difficoltà per le aziende già in crisi”.
Intanto si amplia anche il fronte della protesta politica, con Forza Italia in prima linea contro un provvedimento che viene giudicato “l’ennesimo prelievo forzoso nelle tasche degli italiani”, proprio “da quel Governo che annuncia pubblicamente di non voler mettere nuove tasse”.
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