Di Salvatore Santoru
I terroristi di ISIS da qualche mese stanno terrorizzando l’Iraq, e da anni la Siria. Ultimamente ISIS è diventato il nuovo tormentone e spauracchio usato dai media occidentali. Sino a a poco tempo fa però, a parte chi si occupa di informazione alternativa, nessuno ne parlava, eppure questo gruppo era fortemente attivo in Siria. Solo che al tempo tali terroristi erano considerati “ribelli” e “combattenti per la libertà” contro il “regime” di Assad…
Se non fosse stato per il veto di Russia e Cina, l’intervento militare preparato da USA e alleati avrebbe consegnato tutto il paese ai terroristi islamisti di ISIS, Al Nustra (legione di Al Qaeda in Siria) e degli altri gruppi e milizie che stanno destabilizzando la nazione dal 2011.
Non bisogna dimenticare che il senatore statunitense John Mc Cain, con i terroristi si fece pure un selfie, durante la sua visita ai “ribelli” nel maggio del 2013.
Insomma, sempre la stessa storia, ma come diceva Gramsci, a quanto pare :”la storia insegna, ma non ha scolari”.
Difatti, tale copione non è poi così diverso da quello che abbiamo visto con la stessa Al Qaeda, nata in Afghanistan grazie ai finanziamenti della CIA nel 1979 con l’obiettivo di sconfiggere i russi.
Al tempo fu quello che era all’epoca il consigliere di sicurezza nazionale degli USA,Zbigniew Brzezinski, a farsi una foto con il giovane Osama Bin Laden, considerato nei media occidentali come un “ribelle” e una sorta di “freedom fighter”.
Oggi come ieri, la creazione del “nemico perfetto” vende ancora, e continua a fare presa nell’opinione pubblica.
Difatti, tale narrazione basata sulla paura, serve a consolidare il consenso dei presunti “liberatori”, e in questo caso di Obama, che tra un drone e l’altro, non vuole perdere occasione di rafforzare il proprio ego.
Chiaramente all’opinione pubblica è meglio non ricordare che tali terroristi Obama li ha sostenuti moralmente e militarmente, e che tra l’altro l’attuale presidente statunitense ha pure un fratello, Malik, legato ad Al Qaeda e membro della Fratellanza Musulmana (organizzazione che ha ispirato ideologicamente Al Qaeda e ISIS), il quale è anche noto per aver usato diversi fondi della Barack Obama Foundation, l’organizzazione “filantropica” di cui è presidente, verso il sostegno alla poligamia e la divulgazione dei precetti dell’islamismo più radicale.
Inoltre, secondo la vice presidente della Corte Costituzionale Suprema d’Egitto,Tahani al-Gebali, Malik, con la complicità del governo statunitense, ha fomentato il terrorismo in Egitto.
Alla fine è sempre la solita storia: il fondamentalismo e terrorismo islamico sono il “paradossale” braccio armato dell’imperialismo “occidentale”, a sua volta braccio armato dell’ideologia mondialista tutt’ora dominante nella società occidentale e non.
Se proprio c’è qualcuno che sta combattendo il terrorismo nell’area è Assad e lo fa dal 2011, quando i terroristi oggi ufficialmente considerati un “cancro”, erano per Obama e company “combattenti per la libertà”.
Eppure facevano le stesse cose di oggi: stermini delle minoranze religiose (cristiani,drusi ecc), tremende violenze, esecuzioni sommarie e così via.
C’è comunque da ricordare a tal punto, che Obama aveva già sostenuto terroristi islamisti nella guerra contro la Libia del 2011, terroristi che ancora oggi stanno destabilizzando il paese.
C’è anche da precisare che a guardarli bene l’ISIS e altri gruppi, piuttosto che mossi da istanze religiose o spirituali, sembrano esserlo più che altro da impeti totalmente distruttivi, antisociali e nichilisti.
Difatti, nonostante nei media si demonizzi l’Islam in quanto tale, bisogna ricordare che tale religione è divisa in molte correnti, e ad esempio vi sono paesi come la Siria basati su un’Islam moderato e rispettoso delle pluralità, che “stranamente” dà fastidio all’élite mondialista e agli USA, che preferiscono paesi come Arabia Saudita, Quatar e altri basati su un’Islam fondamentalista, e ancora “stranamente” finanziatori della “rivoluzione” siriana e della stessa ISIS.
Difatti l’islamismo radicale serve come strumento di destabilizzazione nell’area da usare contro i paesi sovrani, indipendenti e nazionalisti, i quali costituiscono un fortissimo ostacolo per i mondialisti.
A guardare bene la situazione, l’ISIS sembra essere un gruppo molto più affine all’ideologia mondialista piuttosto che reale seguace di qualche credo.
In fin dei conti il richiamo all’Islam serve solamente per mascherare gli impulsi distruttivi e antisociali di individui più che altro caratterizzati da un nichilismo estremo, che va oltre ogni limite etico e sociale, come ben si può notare dalle criminali gesta di essi.
Tra l’altro, sino ad ora è stato appurato che nell’ISIS combattono tantissimi terroristi volontari o mercenari stranieri, una cosa che potrebbe apparire alquanto strana.
Tra i più noti vale la pena ricordare Abdel-Majed Abdel Bary, assassino del giornalista James Foiley e noto per aver pubblicato sul suo profilo Twitter una foto che lo raffigura mentre tiene in mano una testa mozzata.
Inoltre, tale Abdel-Majed Abdel Bary era già conosciuto per essere un rapper di successo in Gran Bretagna, tanto che i suoi pezzi venivano trasmessi regolarmente anche dalla nota emittente radiofonica di proprietà della BBC, BBC Radio 1 .
O Deso Dogg, uno degli esponenti più famosi del gangsta rap in Germania, morto in un’attacco kamikaze fatto da parte dei rivali di Al Nusra ( ISIS e Al Nusra nonostante hanno un nemico comune nel governo di Assad, si contendono il territorio e il monopolio della “rivolta” anti Assad).
Un’altro combattente dell’ISIS Siria, il terrorista di origini arabe ma residente in Australia Khaled Sharrouf, aveva postato una foto in cui raffigurava il figlio di sette anni ( vestito all’americana, con capellino da baseball e orologio di plastica al polso), con in mano la testa mozzata di un’individuo che il criminale aveva appena ucciso.
Insomma, piuttosto che di qualche religione, questi sembrano più seguaci del credo mondialista, cresciuti a videogames, Mtv e rap violento, e quindi completamente conformi con i (non) valori dominanti la moderna società occidentale, e sopratutto con il pensiero unico basato sul più radicale relativismo, che difatti tali terroristi sembrano seguire alla perfezione.
Le loro tremende azioni sembrano effettivamente ispirate ai (non) “valori” distruttivi e nichilisti base di molta “cultura” di massa odierna.
Ci sono anche da segnalare anche altri casi come quello del terrorista Mohamed Merah, il serial killer di origini algerine ma residente in Francia, che nel marzo 2012 compì una tremenda strage in una scuola ebraica di Tolosa, uccidendo quattro civili, tra cui tre bambini, e quattro militari, e anch’egli per un breve periodo combattente tra le fila degli islamisti in Siria contro il governo di Assad.
O Anas El Abboubi, andato a combattere nelle fila del terrorismo islamista con il nome di Anas Al Italy l’anno scorso, anch’egli rapper di discreta notorietà nel panorama hip hop bresciano, tanto che era stato anche intervistato da Mtv, quando si faceva chiamare “Mc Khalifh”.
Insomma, non sarà che alla fine tali terroristi non sarebbero altro che una banda di mercenari stranieri, ben addestrata e il cui scopo è sovvertire e destabilizzare i pochi paesi rimasti sovrani e indipendenti in Medio Oriente, e preparare ulteriore caos nel nome del mondialismo e del Nuovo Ordine Mondiale?
Lasciando stare questa ipotesi, l’unica cosa di cui si è certi è che questi terroristi, oltre ad essere dei tremendi criminali, risultano anche totalmente funzionali ai piani mondialisti, e il loro utilizzo come ennesimo spauracchio serve come giustificazione per il consolidamento e l’ampliamento della politica imperialista in Medio Oriente, nonchè per la guerra contro la Siria ( unico paese che ha combattuto e combatte tali terroristi ), a sua volta indispensabile ai fini della costruzione del Nuovo Ordine Mondiale.
Per finire, c’è da segnalare una notizia, che potrebbe apparire off topic ma non lo è totalmente.
Il 24 luglio a l’Aia, in Olanda, è avvenuta una manifestazione pro-ISIS, ufficialmente autorizzata come protesta contro la carcerazione del ‘reclutatore’ olandese per la jihad,Oussama Abu Yazeed, e vari partecipanti oltre ad aver incominciato a sventolare le bandiere dell’organizzazione terroristica, sono arrivati ad intonare slogan come “Morte agli ebrei, morte ai cristiani”.
Le autorità olandesi non hanno fatto nulla per fermare ciò, e hanno destato stupore le affermazioni del sindaco della città Jozias van Aartsen: “i manifestanti non hanno infranto alcuna legge”, come se incitare allo sterminio di determinati gruppi religiosi o etnici non potesse essere un crimine, mentre in Olanda è considerato crimine(punibile col carcere) mettere in discussione alcune versioni ufficiali storiche ( cosa sicuramente liberticida, al di là di ciò che viene messo in discussione, perchè la libertà di pensiero e espressione è la base della democrazia).
Non è la prima volta che accadono manifestazioni del genere.
Già il 9 luglio vi era stata sempre a l’Aia un’altra manifestazione pro-Isis, scandita da cori che incitavano allo sterminio degli ebrei.
Forse questi eventi potrebbero costituire un segnale d’allarme per qualcosa in futuro, come scontri religiosi o etnici, all’interno dell’Olanda e forse anche di altri paesi dell’UE?
Ci auguriamo di no, staremo a vedere.
(Articolo di Salvatore Santoru, fonte:
https://informazioneconsapevole.blogspot.it/2014/09/isis-oggi-spauracchio-e-cancro-da.html)
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