Negli USA poche multinazionali monopolizzano il mercato alimentare ed i contadini subiscono. E in Italia?

Da molto tempo si discute sul rapporto tra multinazionali e agricoltura in relazione alle regole di sfruttamento imposte da queste imprese all’agricoltura dei contadini del Terzo Mondo, relazione che ha come scopo prevalente la soddisfazione dei bisogni alimentari dei Paesi occidentali e recentemente anche dei Paesi emergenti. Tuttavia sta diventando altrettanto problematico il rapporto tra le grandi aziende del settore alimentare e l’agricoltura occidentale, con la tendenza ormai evidente di imporre unilateralmente i prezzi di acquisto delle materie prime alimentari, ovviamente nell’ottica della massimizzazione dei propri profitti….

 

Recentemente un allarme è partito dagli Stati Uniti, dove un’organizzazione che si occupa di diritti dei consumatori, la Food and Water Watch, ha analizzato la situazione dei produttori agricoli americani e come l’agricoltura americana ha vissuto negli ultimi anni. In sintesi la gran parte degli agricoltori americani illusi dai profitti promessi dalla produzione OGM, verso la fine degli anni ’90 ha abbandonato le coltivazioni tradizionali, cioè quelle non OGM, perché poco remunerative.
 
Spinti anche dalla pressione delle multinazionali stesse, che così potevano brevettare l’imbrevettabile, i semi, offerti dalla Natura, sono diventati un vero e proprio prodotto, che così ha aumentato la spesa degli agricoltori, attratti dalla sua maggiore resa e poco avezzi a considerare la reale contropartita. Pesticidi e fertilizzanti ad hoc per questi semi, venduti sempre dalle stesse multinazionali.
 
Ma quando la crisi economica ha ridotto i consumi alimentari degli americani, le stesse aziende hanno ripreso ad acquistare materie prime non OGM ,ormai completamente deprezzate e disponibili a prezzi stracciati. Risultato? Profitti mantenuti per le multinazionali, profitti azzerati per gli agricoltori e raccolti andati in fumo.
 
Inoltre, cosa non meno importante, è che questo cambiamento di rotta viene in qualche modo mascherato al consumatore finale. Per fare un esempio, prima è stato detto che la soia OGM è migliore per la salute umana ed ora il ritorno alla soia non OGM viene mascherato dietro la dicitura ‘prodotto naturale’, cancellando dalle etichette l’indicazione che si tratti di materia prima geneticamente modificata o meno.
 
Caso emblematico è quello della Dean Foods, detentrice di un monopolio del mercato USA del latte di soia destinato alla grande distribuzione e che è passata in modo rapido dalla produzione con soia OGM a quello con soia non OGM.
 
La morale è che sono sempre le stesse, poche e potenti società, che monopolizzano il mercato della produzione agricola americana. Quest’ultima si deve adeguare e accettare le regole. E questo accade in tanti settori legati alle materie prime alimentari, oltre a quello della soia, la produzione di latticini, di suini, del pollame, di frutta e ortaggi.
 
Le conseguenze sono immaginabili, guadagni sempre più bassi per gli agricoltori, scomparsa dei piccoli produttori a favore di aziende agricole di grandi dimensioni, colture sempre meno diversificate o addirittura monocultura – specialmente del mais – e terreni sempre più sfruttati e quindi poco fertili. Che hanno bisogno di ‘aiuti’ chimici per dare i loro frutti.
 
La situazione in Italia non è molto diversa. Purtroppo, a partire da alcuni anni anche gli agricoltori di casa nostra hanno subito una notevole contrazione dei prezzi che vengono gestiti dalle stesse imprese che spesso operano sul mercato statunitense, soprattutto per quanto riguarda i cereali.
 
In parte motivata dalla riduzione dei consumi di cereali per l’alimentazione umana. In questo scenario gli agricoltori sono costretti a contrattare con i prezzi per evitare l’eccessivo ribasso, tutto ciò non costituisce, tra l’altro, un fattore di attrazione per i giovani, che non vedono nell’agricoltura un futuro facile, minacciato anche da fenomeni negativi come quelle della contraffazione alimentare, estremamente dannoso per l’immagine e l’economia agricola italiana.
 
In un contesto così, si rafforza il punto di vista che da tempo in molti condividono che è quello di preferire i prodotti agricoli a chilometro zero biologici, quelli di cui si possa controllare la provenienza, certificati, e svincolati, almeno per ora, dalle regole della grande distribuzione.
 
Una soluzione concreta al problema della monopolizzazione del mercato da parte delle multinazionali ed ai conseguenti effetti che questa situazione provoca è costituita dal “Progetto COMUNE SANO“, che è un iniziativa unica nel suo genere che, se attuata, può risolvere concretamente e definitivamente questo e tanti altri problemi che ci affliggono. Per conoscere il “Progetto COMUNE SANOClicca qui
 
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CAMPAGNE CONTRO GLI OGM
DELL’ASSOCIAZIONE SUM E LAVIADIUSCITA.NET

 

Laviadiuscita.net é un’iniziativa dell’Associazione SUM. Essa si batte contro gli OGM da quando sono nati. Abbiamo ideato e promosso i più importanti Convegni Internazionali in Italia e all’estero per diffondere le giuste informazioni e denunciare la pericolosità degli OGM, che sono tra gli elementi più pericolosi della Terra, a livello di genocidio mondiale. L’ultimo Convegno avvenuto in Italia é stato quello fatto a Lecce il 20 Febbraio 2010, intitolato “PUGLIA LIBERA DA OGM”. E’ possibile vedere i video su YOU TUBE di questo nostro Convegno dove hanno partecipato i più grandi esperti mondiali, scienziati, ricercatori e contadini che hanno avvisato l’Umanità sulla estrema pericolosità degli OGM.

 
 

CONVEGNO
“PUGLIA LIBERA DA OGM”

 

L’inviolabilità della memoria genetica di tutti gli esseri viventi
per uno sviluppo rurale agroecologico a tutela dei diritti umani.

 

20 febbraio 2010
Castello Carlo V – Salone Maria d’Enghein – Lecce

 

L’Associazione S.U.M., in collaborazione con il Comune di Lecce, ha organizzato questo convegno nell’ambito della sua Campagna “PUGLIA LIBERA DA OGM” ideata e promossa in seguito all’entrata in vigore, dal 1° gennaio 2009, del nuovo Regolamento Europeo 834/2007 che estende anche ai prodotti biologici la soglia di tolleranza dello 0,9% di OGM, senza obbligo di segnalarlo in etichetta, come già avviene da anni negli alimenti e mangimi convenzionali.
Il Convegno è stato un importante momento di informazione e di aggregazione delle forze anti-OGM: tra i relatori invitati erano infatti presenti ricercatori indipendenti di fama internazionale e studiosi che hanno presentato i risultati delle loro ricerche sugli OGM.
L’incontro è stato anche occasione per dare voce alla testimonianza diretta di chi ha già sperimentato i danni causati dalla coltivazione degli OGM in altre parti del mondo.
Alla Campagna “PUGLIA LIBERA DA OGM” hanno già aderito, con delibera, più del 40% dei comuni pugliesi (258), vari enti e associazioni e migliaia di cittadini. L’Associazione SUM ha presentato queste adesioni alla Regione Puglia per testimoniare la volontà di avere una Puglia libera da OGM.
L’Associazione SUM continua a promuovere la Campagna “PUGLIA LIBERA DA OGM”, le delibere di adesione dei comuni sono in continuo aumento.

 

 
VIDEO DEL CONVEGNO
 
PUGLIA LIBERA DA OGM PARTE 1
https://youtu.be/oVGp-TPbtJQ
 
PUGLIA LIBERA DA OGM PARTE 2
https://youtu.be/cFqHSCB3Pi0
 
PUGLIA LIBERA DA OGM PARTE 3
https://youtu.be/eLD4gtqFpYw
 
CONVEGNO PUGLIA LIBERA DA OGM
(Salento WebTv)

https://www.youtube.com/watch?v=SmZjJReB744
 
 
Per richiedere il DVD del CONVEGNO contattare:
Associazione S.U.M. – Stati (Popoli) Uniti del Mondo
Casella Postale n° 4 – 73024 MAGLIE (Le) – tel. 0836/484851
statiunitidelmondo@tin.it

 
 

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Articolo tratto da: https://www.tuttogreen.it/negli-usa-poche-multinazionali-monopolizzano-il-mercato-alimentare-ed-i-contadini-subiscono-e-in-italia/
Ampliamento a cura di: www.laviadiuscita.net