L’UFO di Milano occultato dai fascisti
di Alessandro Cappelletti
Nel 1996 fu recapitato in forma anonima alla sede del Centro Ufologico Nazionale un dossier risalente agli anni 30 e 40, riguardante un fatto misterioso accaduto in provincia di Varese nel 1933. Da quei documenti è stato tratto il materiale che il professor Roberto Pinotti, presidente del Centro Ufologico Nazionale, ha raccolto in alcuni libri. Questo articolo non ha la pretesa di avere carattere storico-scientifico ma, ripercorrendo quegli avvenimenti attraverso le fonti che Pinotti e il suo collaboratore Alfredo Lissoni hanno portato alla luce, vuole semplicemente raccontare ai lettori una storia curiosa (…)….
(…)
Oggetti volanti non identificati
Il Centro Italiano Studi Ufologici, definisce “UFO” un oggetto volante che “all’osservazione dei fenomeni nel cielo (o nello spazio) né l’osservatore, né le autorità e neppure eventuali analisi competenti approfondite siano riusciti a ricondurre con certezza all’identificazione con oggetti noti di tipo artificiale (come velivoli, satelliti artificiali e palloni aerostatici) o fenomeni naturali (pianeti, stelle cadenti, meteore, fulmini globulari o altri fenomeni atmosferici).”
In pratica, qualsiasi fenomeno appaia nei nostri cieli che non possa essere ricondotto a qualcosa di conosciuto è classificato come UFO. Considerando la vastità dello spazio da analizzare, è facile supporre che eventi di questo genere non possano che essere numerosi. Negli archivi militari di tutto il mondo, si trovano infatti avvistamenti di oggetti volanti non identificati di ogni genere. E’ solo dagli anni 50, però, che agli UFO è legata una vasta letteratura di fantasia, a cui si associano visite di vite aliene. La prima apparizione ufficiale è del 1947, quando un ricco uomo d’affari statunitense avvistò dal proprio velivolo una formazione di dischi volanti. Le autorità dissero che poteva trattarsi di aeroplani ad “ala volante” in esercitazione sperimentale e quindi soggetti al silenzio radar. Considerando che l’avvenimento capitò nei cieli dello stato di Washington, non distante dagli stabilimenti della Boeing, la giustificazione ufficiale è da considerarsi plausibile. Solo sei mesi dopo, a Madisonville, ci fu però un altro avvistamento strano, questa volta di massa, di un oggetto volante a forma circolare che, emanando una luce rossa, ruotava sulla città, e costrinse addirittura un’intera squadra di caccia militari a un volo di ricognizione. Si suppone fosse un pallone aerostatico, ma nessuno riuscì mai a stabilire con certezza cosa fosse.
Così racconta la storiografia ufficiale riguardo ai primi casi documentati di UFO.
Eppure, pochi sanno che in Italia, nel 1933, nell’area di Malpensa, capitò un fatto straordinario, che può essere a ragione veduta considerato il primo vero reale caso ufologico del mondo in assoluto, che mise in subbuglio la comunità locale ed anche la stampa nazionale, a tal punto da costringere il Regime Fascista ad intervenire direttamente per mettere sotto silenzio una vicenda così scomoda ed eclatante, istituendo addirittura un Gabinetto, nell’ambito del neonato CNR, dedicato appositamente allo studio specifico del caso, la cui importanza fu tale che di questo ufficio fecero parte alcuni dei più importanti luminari dell’epoca, tra cui Marconi, e alcuni dei gerarchi fascisti di maggior peso, come Italo Balbo e Galeazzo Ciano.
L’Ufo di Vergiate
Nelle settimane precedenti al ritrovamento dell’UFO, alcune comunicazioni ufficiali inviate alla Prefettura di Milano, segnalavano delle stranezze nei cieli del Nord Ovest d’Italia:
– 16-4-33 ore 10.10 (fon). Apparecchio “non possibile identificare” fa scattare l’allarme aereo su Milano. Il fenomeno si ripete alle 16.20, facendo nuovamente alzare la pattuglia aerea d’allarme.
– 13-5-33 ore 18.20 (tel). Ordigno dallo Spluga verso Milano e Como. Il fenomeno si ripete esattamente alla stessa ora, cinque giorni dopo. Probabile aereo.
– 19-5-33 ore 10.20 (tel). “Aeroplano sospetto” dalla Svizzera a Brescia. Allertati Sondrio, Milano, Brescia e Bresso.
– 3-6-33. Raffica di telegrammi per un “velivolo sconosciuto” che sfreccia a grande velocità a quota altissima, attraversando in pochi minuti lo spazio aereo che dalla Svizzera porta a Como e Milano, descrivendo una rotta alquanto anomala; viene intercettato da terra alle 10.00 (da Sondrio), alle 10.10 (da Montespluga), alle 10.22 (da Milano Termine), alle 10.30 (Portoceresio). Alle 11.50 lo stesso ordigno (o uno analogo) punta verso la Svizzera (tornando dunque indietro). Lo spiegamento di forze notevole. Alle “ore 5″ un fonogramma della camicia nera Agosti avvisa che è stato decretato l’allarme aereo dalla postazione milanese di via Solferino.
Il 13 giugno del 1933 a Vergiate, in provincia di Varese, paesino non molto distante dall’aeroporto di Malpensa, atterrò o forse precipitò una misteriosa “aeronave”. Nei documenti inviati al CUN sono presenti dei disegni fatti a mano, che descrivono un velivolo cilindrico, con una strozzatura poco prima del fondo, sulla cui fiancata erano presenti degli oblò da cui uscivano alternatamente delle luci bianche e rosse. I resti e gli occupanti di quel velivolo, furono trasferiti nei capannoni della SIAI-Marchetti a S.Anna di Vergiate. Lo stesso giorno, alle 17.07, un dispaccio proveniente dalla Agenzia Stefani, di carattere “riservatissimo” informava che:
«D’ordine personale del Duce disponesi immediato – dicesi immediato – arresto diffusione notiza relativa at aeromobile natura et provenienza sconosciute di cui at dispaccio Stefani data odiernna hore 7.30 (…) Dir Gen Affari Generali. Fine stop».
Nonostante ciò, il fatto non passò inosservato: sul quotidiano varesino “La Cronaca Prealpina” del 20/06/1933 e su altri periodici nazionali, uscirono alcuni articoli che parlavano di UFO e marziani, argomenti quasi del tutto inediti al grande pubblico dell’epoca. Che cosa scatenò le fantasie popolari? Ma soprattutto: perché il Regime, nelle sue più alte sfere, era così preoccupato? Nei giorni seguenti, infatti, ebbero luogo imprevisti spostamenti di dirigenti industriali dalle locali industrie aeronautiche, di questori, dirigenti politici e addirittura del Federale Brusa che fu rimosso dall’incarico e sostituito da un altro fedelissimo del regime. Intervenne la OVRA per assicurarsi che i testimoni diretti di questo avvenimento tacessero o venissero messi nelle condizioni di non divulgare alcuna notizia. Scomparvero numerosi documenti ed iniziò un’opera di occultamento e depistaggio, coordinata dall’Agenzia Stefani, per smontare il caso. Furono stabilite condanne e pene severissime per chiunque avesse parlato e, infine, per tenere sotto controllo ogni fuga di notizie, su proposta pare addirittura di Giovanni Gentile fu creato un apposito ufficio nell’ambito del CNR, il Gabinetto RS/33, cui fu affidato lo studio e l’analisi del caso.
Un altro telegramma dell’epoca, sempre partito dall’Agenzia Stefani chiarisce inequivocabilmente la gravità del fatto:
«Caro Alfredo,
del caso Moretti non si può parlare che a quattr’occhi data la delicatezza e la particolarità della vicenda. Il Gabinetto RS/33 è ormai un ente autonomo e nessuno può scriverne senza le indicazioni opportune. Per quanto ne so e posso confidarti, l’ente è formato da soli scienziati italiani, ma la presenza di elementi germanici è quasi certa, soprattutto per le concessioni dello stesso Duce che aspira alla reciprocità. Se mi chiedi consiglio eccolo: non dire a nessuno – ripeto nessuno e ciò comprende anche i parenti più stretti – quanto hai visto. (…) Posso assicurarti che un caso analogo precedente si è concluso con il ricovero in manicomio. Dunque, occuparti di certe cose può essere pericoloso. Distruggi questo foglio dopo la lettura».
Nessuno doveva parlare e nessuno doveva sapere!!
(…)
Articolo tratto dal sito: https://www.mirorenzaglia.org/. Per leggere l’articolo completo andate a questo link:
https://www.mirorenzaglia.org/2009/09/lufo-di-mussolini-e-il-gabinetto-rs33/
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