Caffè: Vero e Falso
di Luciano Gianazza
Tutto quello che viene detto sul caffè riguardo al suo far bene non è assolutamente vero!
E’ tutto falso, tutto quello che dice la pubblicità, e qui non ci vuole un genio per capire che “più ne mandi giù e più ti tira su” è una emerita bugia. Ma è tutto falso anche quello che dicono i dottori, i dietologi, che non si espongono troppo dicendo che “con moderazione” il caffè fa bene, aiuta la digestione, da una spinta di energia, ecc. …
Lo stesso discorso con il cioccolato, a cui si aggiungono gli psicologi che dicono che cura la depressione, perché siamo tutti dei poveri bambini cresciuti carenti di affetto e ci possiamo coccolare con il cioccolato che contiene la teobromina che sollecita le endorfine e ritroviamo il paradiso in terra.
Oltre a tutto questo bisognerebbe parlare anche dello zucchero che viene quasi sempre aggiunto al caffè, ma credo che ormai sia conoscenza comune che fa male all’organismo e non ne parliamo se non accidentalmente.
Il caffè in realtà è un veleno, e più esattamente lo è la caffeina che esso contiene.
La caffeina da un sapore amaro alle foglie e ai chicchi di caffè, è un sistema di difesa della pianta per non farsi mangiare dagli insetti o dagli animali. E’ una sostanza tossica. Il caffè inoltre contiene quasi 200 altre sostanze tossiche incrementate dai processi di tostatura.
Non dà alcuna energia, anche se ci sentiamo più carichi di energia dopo averne bevuto.
Quando ne beviamo, il corpo interviene abbastanza rapidamente per eliminare questo veleno che stimola le ghiandole endocrine del corpo inducendole a secernere ormoni, come l’adrenalina per esempio. Non è che aggiunga energia, ma induce il corpo ad usare quella che ha in quel momento, poca o tanta che sia. Se sei debole e carente di energia, il caffè, stimolando il sistema endocrino, ti costringerà ad usare la poca energia che hai e sentirai un innalzamento del tono e potresti pensare che il caffè e lo zucchero ti hanno dato energia.
Puoi far correre un cavallo stanco frustandolo, ma le frustate non danno energia al cavallo, lo costringono ad usare quella che ha e se continui a frustarlo continuerà fino a quando schianta con la bava alla bocca.
Il caffè è la frusta e dopo le frustrate sarai più stanco di prima, avrai ancora meno energia, e una buona parte di essa viene usata dal corpo per liberarsi della droga, la caffeina. Ma se bevi un altro buon caffè, ritorni in forma!
I reni sono fra gli organi che soffrono di più a causa della caffeina. I loro tessuti drogati non riescono a trattenere molti minerali come calcio, ferro, potassio, zinco ed altri e vitamine del gruppo B.
Se pensi di avere tanta B12 e devi liberartene, bevi caffè!
Oltre a questo le ghiandole surrenali, sottoposte a superlavoro, si deteriorano progressivamente.
Depressione
Questa carenza di vitamine e minerali abbassa il tono generale dell’organismo e a livello mentale si manifesta come una forma di depressione. Chi si rivolge a uno psicologo ritorna a casa con le scatole di antidepressivi, per “curare” una depressione di cui non se ne conosce l’origine o il motivo.
Infatti non esistono in questo caso ragioni per essere depressi. Quante sono le persone in cura per questo tipo di depressione proveniente da cause ignote, a cui spesso vengono attribuite cause inesistenti perché quella vera non viene rilevata?
Molte persone depresse che assumono psicofarmaci sono anche accaniti bevitori di caffè. Stanno curando ciò che è ritenuto un disturbo mentale quando in realtà è uno scompenso biochimico, aggravato dall’ulteriore intossicazione provocata dagli psicofarmaci.
Questa potremmo chiamarla la Coffee Connection.
Assuefazione
Quando bere il caffè è diventata un’abitudine, è presente l’assuefazione e la dipendenza, come avviene per qualsiasi tipo di droga.
Molti sanno che per mettersi in marcia al mattino devono prima prendere il caffè, altrimenti si sentono uno straccio.
Se non bevono il caffè non riescono ad andar di corpo, se non lo bevono dopo il pranzo non riescono a riprendere il lavoro senza essere appesantiti e assonnati.
Molti anziani non potrebbero farne a meno per non passare la giornata intontiti. Il guaio è che il loro corpo diventa sempre più intossicato e i processi di disintossicazione sempre più lenti e insufficienti, rendendo la vita un tirare avanti invece che un appagamento.
La digestione nelle persone onnivore è un serio problema. L’enorme quantità di cibi inadatti all’alimentazione umana impedisce al corpo di digerire senza dover sacrificare molta energia sottraendola alle normali attività della vita, come il lavoro, lo studio o il divertimento.
Mal di testa
Molti passano le prime ore del pomeriggio digerendo e lavorando con fatica perché l’energia è quasi tutta usata per il processo della digestione. Non si vede l’ora che arrivino le cinque. Un caffè stimola le ghiandole endocrine e sembra che la digestione vada meglio, ma l’impoverimento della riserva di minerali come sodio e potassio e vitamina B1 e la ridimensionata produzione di ormoni provocano il mal di testa.
Allora si prendono le pastiglie per il mal di testa, molto ben pubblicizzate per la rapidità con cui rimettono in pista. Guarda caso quasi tutti quei farmaci contengono caffeina, che stimolano l’organismo nuovamente per poi farlo precipitare, su e giù, su e giù come sulle montagne russe.
Non per niente la coca cola, che contiene caffeina, inizialmente è nata come un rimedio per il mal di testa.
Disinformazione e Denaro
Chi non beve mai caffè è una mosca bianca. Tutti gli altri più o meno sono assuefatti al caffè.
I medici insistono che un uso moderato del caffè non è così dannoso come sostiene chi è di parere contrario. Ma l’uso moderato del caffè è un’illusione. Presto o tardi l’uso diventa sempre meno moderato per finire nell’uso costante e abitudinario.
Gli stessi medici che fanno simili affermazioni sono essi stessi assuefatti al caffè, e si stanno comportando come i loro colleghi degli anni passati che fumavano e suggerivano ai pazienti di fumare qualche sigaretta per approfittare di un momento di “distensione”.
Perché dunque tutte queste menzogne sul caffè e sul cioccolato, che si differenzia per il fatto che contiene teobromina invece che caffeina, pubblicizzati come prodotti energetici?
In questo mondo sempre più aberrato, dove i valori etici e morali stanno scomparendo, bisogna seguire il filo del denaro per scoprire il motivo del persistere di false teorie e nefaste abitudini, come succede con il tabacco, che nonostante anche i sassi ormai sappiano che accorcia la vita, continua ad essere venduto ovunque e in certe nazioni, come in Italia, lo stato vuole essere sicuro di essere l’unico ad approfittare di questa sorgente di denaro che procura morte prematura ai suoi cittadini, beneficiando quindi anche l’ufficio pensioni.
La coltivazione del caffè è la più grande del mondo. Supera ogni altra massiccia coltivazione, quella del frumento, del granoturco, del tabacco, della soia.
Come in tutte le coltivazioni intensive, fertilizzanti, diserbanti, e altri prodotti chimici vengono usati senza controllo, in quanto in quei paesi le cui risorse principali dipendono dal caffè, le leggi che dovrebbero regolare la sua coltivazione e le attività correlate sono alquanto permissive.
Le conseguenze sono inquinamento ambientale, maltrattamento della mano d’opera, malattie professionali, avvelenamento da sostanze chimiche, distruzione della flora e fauna native, violazione dei diritti dell’uomo.
Un buona parte del pianeta viene coltivata a caffè, cacao, the, canna da zucchero, barbabietole, uve da vino, per l’ottenimento di sostanze che non sono alimenti ma stimolanti, droghe leggere lecite.
Se al loro posto venisse coltivata frutta e verdura, non esisterebbe la fame e la popolazione sarebbe certamente più sana.
Parecchie cose gravitano intorno al caffè. La macchina del caffè che si rompe è un problema per un bar. Un bar senza caffè non sopravvive.
Un mio amico era titolare dell’ultimo bar prima della zona industriale di una città, ed era il primo dall’uscita dell’autostrada. Apriva alle 5 del mattino e quando alzava la serranda c’era già gente fuori ad aspettare. Alle 11 del mattino aveva già fatto più di 1000 tra caffè e cappucci, oltre alla vendita di brioche e biscotti. Dietro al banco aveva una grossa cesta dove riponeva centinaia di tazzine che il personale non riusciva a lavare per stare dietro alla richiesta di caffè nelle prime due ore. Risolse il problema costruendo un altro bar al lato opposto della strada, ma ben presto i caffè erano diventati 2000, 1000 per bar. Lui deve la sua fortuna al caffè e come lui molti altri, in un modo o nell’altro.
Non possiamo dire quindi che il caffè non sia popolare, non è il gusto che lo ha reso tale, che deve essere calmierato dallo zucchero e dal latte, ma piuttosto deve la sua popolarità all’effetto stimolante tipico delle droghe.
Naturalmente ci sono istituti di ricerca assoldati dalle compagnie del caffè, che ti dimostrano che il caffè rende più attivi, che il cioccolato rende felici, ma omettono di dire che il prezzo da pagare non è solo quello della tazzina di caffè o della barretta di cioccolato. La salute viene progressivamente compromessa, ma raramente lo si associa al caffè e questo è il vero prezzo da pagare.
Caffè Biologico
Nei negozi di alimenti biologici troviamo anche il caffè e il tè biologico. Inoltre ci sono anche caffè provenienti da gruppi che gravitano intorno al consumo equo solidale.
Per quanto si voglia aiutare i coltivatori indipendenti e boicottare le grandi arroganti compagnie, il caffè è comunque un veleno sia che provenga dal mercato equo solidale o che sia biologico, non è meno dannoso di quello delle confezioni 3 per 2 vendute al supermercato. E’ un veleno biologico o solidale
Come liberarsi
E questo è il paragrafo più importante di tutto l’articolo. Una volta compreso che il caffè non è così innocuo o addirittura benefico come vogliono farci credere i testimonials delle varie marche del caffè, è meno difficile liberarsi.
Puoi osservare che negli spot pubblicitari le compagnie del caffè non risparmiano, impiegano sempre personaggi molto popolari (e costosi), non delle anonime comparse. Il risultato delle campagne pubblicitarie di solito supera le più ottimistiche aspettative. Non c’è bisogno di fare pubblicità al caffè, le varie società cercano solo di convincerti che il loro caffè è più buono di quello di un’altra società, ma l’acquisto avviene principalmente in base alla simpatia suscitata dal testimonial. Poi magari varie marche di caffè lo comprano dagli stessi fornitori e torrefattori.
Viviamo in un mondo di immagine associata all’emozione. Un veleno può essere fatto passare per prodotto energetico con una bella confezione e una divertente scenetta di 120 secondi.
Ma se stai leggendo questo articolo e non stai pensando: “Ma questo è pazzo!” riferendoti a chi l’ha scritto, sei sulla strada giusta per liberarti dalla trappola del controllo mediatico.
Per liberarsi del caffè si può passare al caffè decaffeinato, che credo che sia comunque tossico per le tracce di solventi usati per estrarre la caffeina e poi chissà cosa altro ci fanno.
Spesso si ritorna in breve tempo al “vero” caffè e ci si ritrova da capo.
Un altro potrebbe essere il caffè d’orzo, e questo mi sembra il miglior sostituto. Il concetto di sostituire tuttavia indica la presenza del rimpianto dell’amata bevanda. Ce ne vogliamo liberare perché ci fa male, ma ci manca tutto il resto, il background associato ad esso.
Mi ricordo un periodo vissuto alla Franz Kafka a Puerto Banus dove leggevo libri seduto a un tavolino fuori del bar Sinatra, sulla banchina del porto e sorseggiavo da una tazza da cappuccino un forte espresso doppio seguito da una corposa sigaretta di tabacco nero Ducados.
Beh, allora se qualcuno mi avesse chiesto di disintossicarmi dal caffè e dal tabacco, lo avrei guardato come se mi avesse chiesto di tagliarmi due dita della mano destra. Il mio coinvolgimento nella vita sintetica ed artefatta era allora troppo profondo per permettermi di rinunciare ai gesti e ai riti di aggregazione come offrire un caffè ed accettare una sigaretta.
Non è facile.
La soluzione che ho adottato è stato quello di smettere di colpo di prenderlo. Mi annoiano i programmi, li inizio e poi non li porto avanti, e visto che non mi importa gran che degli effetti indesiderabili temporanei, per me è stata la soluzione meno fastidiosa .
Questi effetti nel mio caso sono stati: un mal di testa terribile per quattro giorni, che allentava la sua morsa quando mi stendevo per dormire e si ripresentava al risveglio.
Avevo anche un male agli occhi come se qualcuno li comprimesse dentro le orbite con il pollice. L’odore della sigaretta mi era particolarmente sgradevole. Dopo quei quattro giorni sono stato particolarmente bene, avevo una piacevole sonnolenza improvvisa, ogni volta che delle sostanze tossiche entravano in circolo mi trovavo addormentato e mi svegliavo di colpo dopo un minuto. Mi è successo parecchie volte in una settimana. Andare di corpo era diventato un ricordo e l’uso del clistere e una dieta di frutta e verdura mi hanno rimesso in carreggiata.
Questa è stata la mia esperienza, fatta più di una volta perché sono ricaduto ancora un paio di volte in quanto allora non ero completamente convinto fino a che punto fosse un veleno il caffè e cosa causa all’organismo invece di dare la cosiddetta e mal compresa “carica”.
La tua esperienza potrebbe essere diversa se decidessi di disintossicarti dal caffè, ma quasi tutti quelli che si sono avventurati in questa impresa hanno avvertito mal di testa e stitichezza, ma questi sintomi vengono alleviati se nel frattempo applicassi una dieta di frutta e verdura, o una di transizione, se per te tale dieta fosse un cambiamento troppo drastico.
Anche i clisteri aiutano parecchio.
Il libro “Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco” di Arnold Ehret presenta diete di transizione razionali ed efficaci per una graduale disintossicazione che rendono molto meno difficile liberarsi del caffè.
Questo è il sito ufficiale: www.arnoldehret.it.
Fonte: www.medicinenon.it/viaggio-nellincredibile
Il clistere di caffè
https://www.medicinenon.it/il-clistere-di-caffe
Bere caffè causa i seguenti problemi:
• Aumenta la reazione riflessa
• diminuisce la pressione del sangue
• aumenta la frequenza del battito cardiaco
• causa palpitazioni e insonnia
• stimola le ghiandole surrenali
• irrita lo stomaco
• lascia un residuo tossico nel corpo
Un clistere di caffè, quando fatto correttamente, non produrrà questi effetti.
Qui sotto trovate altre importanti informazioni tratte da studi e ricerche effettuate sugli effetti del caffè:
Da “L’ALIMENTAZIONE NATURALE” di Nico Valerio (Ed. Oscar Mondadori) – pp. 281-282:
«Il caffé contiene un alcaloide del gruppo delle purine: la caffeina (da 60 a 250 mgr. per tazzina) e pertanto dovrebbe essere usato come un farmaco, non come una bevanda (la caffeina è imparentata con le droghe stupefacenti: nicotina, morfina e mescalina – ndr). Invece il suo consumo diffusissimo dà luogo anche a fenomeni di assuefazione e di tossicodipendenza notevoli. È utile, invece, come anche il tè, in casi di cefalea, mal di testa (solo se assunto come una medicina, perché il suo uso regolare, al contrario, provoca mal di testa – ndr) e ipotonia, e nei rari casi di scarsa acidità di stomaco…
Come bevanda di ogni giorno è però da scartare decisamente, non solo per la tossicodipendenza da caffeina, ma per l’eccitazione cardiaca che arriva facilmente alla tachicardia, per i disturbi di circolazione (dato che è un vasocostrittore, molto pericoloso dunque per chi soffre di pressione alta – ndr), per il rischio reale di gastriti e ulcere gastriche.
Poiché dopo i primi minuti di eccitazione si genera una depressione, il consumatore abituale di caffé è portato a berne molte tazze nella giornata.
Le donne in gravidanza e in allattamento non devono berlo, perché passerebbe nel feto entro sei ore o inquinerebbe il latte e il lattante…
In casa si può avere un caffé quasi privo di caffeina, in modo semplice: facendo bollire per qualche istante il caffé. Non è così sano invece il caffé decaffeinato, in cui restano tracce del solvente adoperato per eliminare gran parte della caffeina.
Neanche l’aggiunta di latte rende sana questa bevanda calda. Il caffelatte caldo dà origine a un
composto, il tannato di albumina, che è difficilmente digeribile. Lo stesso… avviene nel tè. Nel caffelatte
del bar, poi, l’alta temperatura del vapore acqueo aggiunto fa degenerare la caseina del latte, danneggiando, a lungo andare, il fegato.
In conclusione il caffé è sempre un tossico, tanto più se lo si consuma regolarmente. È un veleno grave per chi soffre di affezioni cardiache, circolatorie, renali, digestive. Ma la caffeina non è il composto più dannoso. Più dannosi sono gli idrocarburi e le sostanze nuove formatesi per l’alta temperatura della tostatura: sono sicuramente cancerogene.
Un’alimentazione sana e naturale, per concludere, non contempla certamente l’uso del caffé.»
Da “ALIMENTA IL TUO STAR BENE” del Dott. Glauco Facchini (Ed. A.d.V.) – pp. 334-338:
«La caffeina è un alcaloide che, per le sue proprietà, trova frequente impiego nella preparazione di diversi farmaci… Il farmaco presuppone una patologia da correggere, invece nell’individuo sano, in stato di equilibrio, proprio per le caratteristiche intrinseche di farmaco, la caffeina esercita una azione intempestiva e quindi, modificando una situazione di normalità, provoca un’alterazione… I danni possono rimanere latenti anche per decenni, ma ciò non toglie che non si verifichino.
I motivi che inducono l’assunzione di caffé sono legati alle sue proprietà di eccitazione psichica,
riduzione del senso di fatica fisica e mentale e della sonnolenza, facilità di parola e di ideazione; ma
l’effetto che s’instaura rapidamente è effimero e di breve durata ed alla prima fase euforizzante segue uno stato di iporeattività che è tanto più intenso quanto maggiore era stato il senso di fatica rimosso. È facile che s’instauri così una sindrome di vera e propria dipendenza nella quale si senta nuovamente bisogno di una nuova dose per ristabilire l’equilibrio.
Non è privo di rischi il voler sopprimere il sintomo della fatica che ci avverte della situazione reale nella quale si trova il nostro fisico o la nostra mente e quindi della necessità di riposo e di recupero. Il caffé allontana il sintomo ma non rimuove la causa. Inoltre, per la continua eccitazione cardiaca si possono indurre o facilitare aritmie in soggetti predisposti. Questa azione configura un rischio reale in tutti coloro che accusano disturbi cardiaci quali cardiopatia ischemica, prolasso della mitrale e cardiomiopatie.
A queste conclusioni sono arrivati i ricercatori dopo vari e ripetuti studi tesi ad individuare il rapporto caffé-malattie cardiovascolari. Studi analoghi hanno dimostrato che esiste una correlazione tra consumo di caffé (più di tre tazzine), aumento dei livelli di colesterolo totale, di colesterolo LDL (dannoso) e apolipoproteine B.
I ricercatori alla fine dell’indagine concludono affermando che, essendo l’aumento di tali valori fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, il caffé aumenta indirettamente il rischio di tali patologie (Williams e coll., 1985)…
Ma è stata la ricerca degli agenti connessi con la malattia del secolo, il cancro, a mettere in luce fra i tanti fattori di rischio anche le responsabilità del caffé. Riportiamo testualmente una sintesi di questa ricerca (B.N. Ames, 1983):
“Il caffé è una sostanza mutagena, in quanto contiene notevoli quantità di materiale bruciato, compreso un prodotto della pirolisi mutagenica, il metilglioxale. Anche una sola tazzina di caffé contiene circa 250 mg. di acido clorogenico, mutageno naturale; un atractiloside, altamente tossico; induttori del glutatione transferasi, palmitati e inoltre circa 100 mg. di caffeina che inibisce il sistema di riparazione del DNA, favorisce la crescita tumorale e causa alterazioni fetali in percentuali molto elevate in diverse specie di animali da esperimento.
Studi epidemiologici non ancora conclusi hanno dimostrato che esiste una correlazione tra la forte assunzione di caffé e cancro dell’ovaio, vescica, pancreas e grosso intestino.”
Un altro studio sui rapporti tra caffé, fumo di sigaretta, consumo di grassi animali e tumore del pancreas, ha permesso di formulare importanti deduzioni. Relativamente al tumore del pancreas il consumo di caffé è risultato, tra i tre fattori presi in considerazione, quello maggiormente responsabile dell’insorgenza tumorale. Questa correlazione si manteneva costante anche dopo aver eliminato le prime due cause (sigarette e grassi). La relazione non variava significativamente con l’uso di caffé decaffeinato, ciò che depone per la presenza di altre sostanze cancerogene diverse dalla caffeina… La Svezia, la Finlandia e la Danimarca, in testa per importazione e consumo di caffé, hanno anche il primato della mortalità per tumore pancreatico. Mentre la Grecia e la Spagna che presentano un basso consumo, hanno corrispondentemente una minore incidenza di mortalità (M. Radice, 1984)…
Una tazza di tè normalmente concentrato, contiene da 60 a 120 mg. di caffeina oltre alla teofillina che,
sebbene in quantità percentuale minore, agisce ancor più energicamente sul sistema nervoso…»
Dal BOLLETTINO AdN del 31 maggio 2002
«Due nuovi studi hanno mostrato che anche una sola tazzina di caffé è in grado di causare un temporaneo aumento della rigidità delle pareti arteriose. I ricercatori della scuola di medicina ad Atene, in Grecia, hanno esaminato gli effetti della caffeina su tre gruppi di persone: un primo gruppo con pressione del sangue normale, un secondo con lieve ipertensione, e un terzo con elevata pressione sanguigna. I ricercatori hanno fatto sapere, dai risultati avuti, che, se per tutti gli effetti temporanei dell’assunzione di caffé vi è comunque un innalzamento della pressione e un irrigidimento delle pareti aortiche, il suo utilizzo, anche moderato, è assolutamente da evitare per chi ha già problemi di ipertensione. La ricerca sta continuando per conoscere gli effetti del consumo del caffé a lungo termine. Williams DeWitt, direttore del ministero della salute per la Chiesa Avventista del Nord America, ha aggiunto che l’uso diffuso, continuo e quotidiano del caffé nella società odierna ha indotto a credere che la caffeina fosse innocua. Da tempo sono stati scoperti, invece, tutta una serie di problemi di salute riconducibili al consumo di caffeina, fra i quali: aumento dei battiti irregolari del cuore, diminuzione dell’afflusso di sangue al fegato, aumento di colesterolo, interferenza con l’assorbimento di minerali importanti, come il ferro. Si perde 1 milligrammo di calcio per ogni 10 milligrammi di caffeina consumati; considerando che una tazza di caffé forte contiene circa 103 milligrammi di caffeina, il danno è notevole.
Il caffé può innalzare il tono psichico temporaneamente, ma a lungo termine lo deprime. Il suo consumo, non è stato solo associato a problemi di cuore, ma anche al cancro della vescica. Quelli che prendono due tazze di caffé al giorno raddoppiano il rischio di avere cancro alla vescica rispetto a quelli che non lo bevono. Per oltre 100 anni la Chiesa avventista ha raccomandato di non assumere caffeina e droghe non medicinali, per condurre una vita in salute ed equilibrata, seguendo una buona alimentazione, facendo esercizio fisico, e interessandosi agli aspetti sociali e spirituali della vita.»
Da “NEW START! New Health, New Energy, New Joy!” del Dott, Vernon W. Foster (Weimar Institute Ed.) – pag. 133
«Un interessante studio fu realizzato dal Dott. Mervyn G. Hardinge della School of Public Health, presso l’Università Avventista di Loma Linda. Il Dott. Hardinge studiò due specie di ragni, selezionandole fra molti esemplari. Trovò che questi tipi di ragni costruivano bellissime ragnatele, grandi e simmetriche, quindi li usò per i suoi esperimenti. Con molta abilità, riuscì a misurare un’infinitesimale dose di caffeina che iniettò nel corpo di questi ragni con un ago sottilissimo. Ad ogni ragno fu somministrata una dose equivalente a due tazzine di caffé prese da una persona adulta.
A questo punto, furono studiate le ragnatele. Tutte risultarono completamente distorte: erano piccole e avevano pochi cerchi, erano addirittura grottesche. Prima della somministrazione della dose di caffeina, le ragnatele avevano da 30 a 35 anelli circolari di fili di seta; ma le ragnatele fatte anche dopo 48 ore dall’assunzione di una singola dose di caffeina, erano ancora imperfette e contenevano solo 12 o 13 anelli. Le distorsioni continuarono anche dopo 72 ore e ritornarono completamente normali solo a 96 ore di distanza!
Il rimedio per la stanchezza non è la droga. La cura per la stanchezza è rappresentata da uno stile di vita appropriato, cibo nutriente e riposo.»
CONCLUSIONE
Se tutti consideriamo il fumo di tabacco un peccato per chi conosce il messaggio biblico di salvezza totale (corpo, anima e spirito), come mai accettiamo così passivamente il consumo di caffeina che è un alcaloide imparentato con droghe come nicotina, morfina e mescalina??! Fanno parte della stessa famiglia: agiscono tutte sul sistema nervoso centrale e provocano tutte dipendenza!! Una prova? I produttori della Coca-Cola dicono che aggiungono la caffeina per migliorarne il sapore, ma da prove fatte negli Stati Uniti risulta che i consumatori non sono in grado di distinguere la Coca-Cola addizionata con caffeina da quella senza. I ricercatori ne hanno concluso che la caffeina è aggiunta in bevande di questo genere con l’unico scopo di creare dipendenza ed aumentare quindi i consumi.
Riassumendo: il caffé…
a) Predispone alle malattie cardiache.
b) Diminuisce l’afflusso di sangue al fegato.
c) Aumenta il colesterolo cosiddetto “cattivo”.
d) Interferisce con l’assorbimento di minerali e vitamine importanti, come il calcio, il ferro, la vit. E (che è un antiossidante, quindi anti-invecchiamento). Si perdono circa 10 mgr. di calcio per una tazzina di caffé: si tratta di un danno notevole.
e) Incide pesantemente sul sistema nervoso centrale, innalzando temporaneamente il tono psichico, ma deprimendolo a lungo termine e favorendo le emicranie.
f) Fortemente cancerogeno per vescica (due tazze di caffé al giorno raddoppiano il rischio per questo tipo di cancro), ovaie, pancreas e grosso intestino (anche se decaffeinato).
g) Una sola tazzina di caffé causa un temporaneo aumento della rigidità delle pareti arteriose: gli studiosi lo ritengono pericolosissimo anche in minime dosi per chi soffre di pressione alta.
h) Alza il tasso degli zuccheri nel sangue, predisponendo al diabete.
i) Provoca alterazioni fetali in percentuali molto elevate in diverse specie di animali da esperimento.
j) Aumenta il rischio di aborto.
k) Favorisce l’insorgere di artrite reumatoide (anche se decaffeinato).
l) Favorisce l’insorgere di ulcera gastrica.
Riconsideriamo il principio espresso dall’apostolo Paolo, dopo l’inaugurazione del Nuovo Patto: “Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun’altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio” ( I Corinzi 10:31).
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